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Un terreno di qualità per tutelare l’uomo e l’ambiente

Un terreno in buona salute

Preservare la qualità del terreno è una delle azioni fondamentali per salvaguardare la vita sul pianeta Terra e favorire una riduzione delle emissioni di CO2, come dimostrano numerosi studi. Per fare questo, una delle modalità è tutelare la biodiversità che è strettamente legata alla produzione alimentare, alla salute umana, all’inquinamento e ai cambiamenti climatici.

L’agricoltura diventa primaria e così tutte le attività umane volte a “catturare” co2 riducendo l’impatto ambientale e portando alla diminuzione degli effetti negativi.

 

Ma di cosa si compone un terreno in salute?

Un terreno in buona salute è formato da minerali, organismi viventi animali e vegetali, sostanze organiche, aria e acqua. I benefici che la biodiversità offre all’agricoltura e alla sicurezza alimentare sono diversi: i microrganismi del suolo, per esempio, trasformano i composti organici e inorganici rilasciando sostanze che le piante possono usare come fonte di nutrimento; gli stessi contribuiscono al sequestro di carbonio, quindi alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, promuovendo la degradazione completa della sostanza organica.

È chiaro quindi che la biodiversità del terreno è doppiamente legata al mondo agricolo. L’alimentazione è incredibilmente influenzata da questa componente, per tale motivo è essenziale contrastare il mutamento climatico in modo da evitare effetti negativi sul terreno.

Nel caso della coltivazione della vite, ad esempio, il mutamento climatico ha una forte influenza in termini di sapidità e mineralità del vino. Perciò una cattiva gestione del suolo può minare i sentori organolettici dell’uva e del vino. Per non parlare di una diminuzione della sua fertilità, come già detto in precedenza. Per contrastare questi effetti, in agricoltura nel periodo autunnale si può utilizzare il compost, una miscela ricca di sostanze nutrienti simile a terriccio bruno che ha come obiettivo quello di apportare tutte le cure necessarie per la sopravvivenza delle piante e la produzione di uve eccellenti.

 

Ma cosa fa Perlage per contenere le sue emissioni di CO2?
  • Utilizza il compost nei suoi vigneti e in quelli dei suoi conferitori. Nella fase di vendemmia vengono raccolti i raspi, composti da materia organica utile per la produzione di nuovo compost;
  • Misura la sua impronta carbonica: grazie alla certificazione V.I.V.A (programma del Ministero dell’ambiente e della sicurezza Energetica nato nel 2011 per  promuovere la sostenibilità del comparto vitivinicolo italiano) Perlage ha tracciato 3.001,78 tonnellate di CO2 eq (per il report completo clicca qui);
  • Utilizza pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili;
  • Riduce i consumi energetici grazie all’utilizzo di impianti e macchinari tecnologicamente avanzati;
  • Adotta la filosofia delle 5 R: ripensare, riciclare, ridurre, rispettare e rigenerare.

 

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